martedì 31 luglio 2007

Bianca Luce

Ero appena nebbia
E trascinavo fumo.
Poi cadde in me luce
bianchissima. Buona.
Capivo la pace,
finalmente.

Ma il Mare vasto
così piatto, troppo,
ebbe un sussulto.
E venne il buio.
Disegnò confini
che parlavano di bene
e di male. Di opportuno,
di innaturale.

La luce si fece pallida
mentre il buio
si sciolse in cammino.
Di nuovo trascinavo fumo,
ma denso e cattivo.

Fermò il mio viaggio
un soffio caldo sulla pelle.
Era il ricordo bianco
di una pace sfiorata.
Mi voltai e la cercai
nelle tenebre.

Sono ancora fermo nel buio,
ma i miei occhi fissano
una piccola luce lontana.
E sperano.

martedì 17 luglio 2007

Nebbia

E scivolando rimane lì
deposta
su fili di vita scura
che muore ad ogni inverno.
Ma io corro
in questi pensieri pallidi
come veli che denudano
le pietre mute di un mondo
stanco.
Come l'aria che si spande
nel fumo così la mia mente
galleggia nel tempo
sopito di un mattino
opaco.

Menti diverse

Dentro occhi scuri
ho condotto il mio
caos. E lì
l'ho lasciato
deposto su di una densa
coltre
di dolori acidi e
contorti. Di pianti
incisi. Di silenzi
ovattati. Ho visto la luce
di un perfetto sorriso. Dolce
come di pelle fresca e giovane.
Ho sentito il calore
di una lacrima gonfia
di ebrezza e
di alcool. Ho amato
una mente
diversa. Come la mia.

Il Mare dentro

Sbatte e squassa
e ritorna e trascina
la sabbia
il tempo
le paure.
Le mani che stringono
che toccano che coccolano.
I baci salati. Intensi.
E poi gli sguardi
che modellano ricordi
come acqua sugli scogli
mentre l'immenso respiro
tutto zittisce,
tutto rasserena.
Sono in pace.
Fino alla prossima onda.

La Scelta

Quelle lacrime
colano instabili sulla tua pelle.
Nel pozzo nero
di profondo dolore
ecco un bacio.
Zitto. Non parlare.
No.
Non dire, la parola che lì
ristagna.
Quel buio che diventa confine
e precipizio.
E quanta gioia
nel camminare assieme
piano
lungo il bordo sottile.
Volare o restare?
Ho paura.
Ma quelle lacrime...
quel loro calore...
E' pazzia. E' salvezza.
E' amore?
Un filo leggerissimo come tela di ragno
che ondeggia e ondeggia
e mai si spezza.
C'è il vento che spolvera le onde del mare.
Fredde. Ma tu dormi, ora.
Beato.
Dentro un sogno di spazio infinito denso di alcool
e confuso come nebbia.
Ma poi hai scelto.
Me.

Ansia impotente

Voglio
quel viso negli occhi.
Dispero
per il dolce tuo sorriso.
Accetto
il muto disegno di una bocca chiusa.
Piango
per quella timida speranza
dedicata a chi non sono io.
Chiedo
desiderio e carne e piacere
per soffocare il dolore.
E urla in me l'ansia drogata e sopita
mentre attende l'ultima dose
di pace artefatta.

Brivido

Colano lenti brividi e
quell'idea tua oscura
sulla mia pelle
e tremo e si assentano
in me ragione e
amore.
Per un attimo.
Infinito.
Lungo il confine
tra dolcezza e violenza,
tra te e te stesso
io ammutolisco.
In un caldo abbraccio
cerco una pace passata
una persona smarrita.

Mi amo

Amarsi un poco
è sprofondare in un placido
egoismo.
E' attendere lo scorrere
lento degli eventi
e dormire.
E' dire no.
E' non essere ciò che sono?
Forse.
O solo nell'istante di un
pensiero folle.
Mi amo nella solitudine.
Mi amo nel buio.
Mi amo nel fuggire.
Io amo, tanto,
chi non sono io,
perchè l'abbandono mi perseguita
nelle pieghe delle ombre
della mia casa,
della mia vita.
Ho paura.
Devo svuotare questo mio
amore denso.
Ne ho bisogno.
Ma poi?
Forse mi amerò.
Un poco.